Siccità (2022)
Regia: Paolo Virzì
Titolo originale: id
Nazionalità: Italia
Anno di uscita: 2022
Genere: commedia
Durata: 130’
Fasce età consigliate:
– 14-16
– 16+
Cast Artistico: Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi, Sara Serraiocco
Soggetto: Paolo Giordano, Paolo Virzì Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Paolo Giordano, Francesco Piccolo, Paolo Virzì Fotografia: Luca Bigazzi Montaggio: Jacopo Quadri Musiche: Franco Piersanti Scenografia: Dimitri Capuani Costumi. Ottavia Virzì
Produzione: Lorenzo Gangarossa, Mario Gianani e Lorenzo Mieli per Wildside e Vision Distribution
Distribuzione Italiana: Vision Distribuito
Data di uscita: 29 settembre 2022 (cinema)
Intreccio e personaggi
A Roma non piove da oltre un anno e la mancanza d’acqua ha ormai stravolto le regole e le abitudini dei cittadini. Nella città eterna che muore di sete e di divieti si muove un coro di personaggi, giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e approfittatori, tutti accomunati dalla ricerca dell’acqua e con la mente alterata dal necessario razionamento. Le loro esistenze sono legate dal fato in un unico disegno, mentre ognuno cerca la propria redenzione in un orizzonte dalla tinte sempre più drammatiche.
Temi
Realizzato a distanza di quattro anni dal suo ultimo lavoro, il quindicesimo lungometraggio di finzione di Paolo Virzì è segnato da significative novità ma anche da importanti ritorni. Primo fra questi ultimi è il felice riutilizzo del modello della commedia corale che, dopo la battuta a vuoto della precedente Notti magiche, sembra qui ritrovare la giusta linfa grazie a un’ambientazione presaga quanto arguta. Proprio la caratterizzazione distopica della vicenda (che si dipana in un futuro molto prossimo) rappresenta la più importante novità nel cinema dell’autore, che quasi sempre nelle sue opere aveva preferito affidarsi a una narrazione di storie collocate nella contemporaneità (fanno eccezione N, io e Napoleone e Notti magiche). A essa si lega poi la dimensione metropolitana — talvolta significativa nel cinema di Virzì sebbene mai così centrale —, che qui è molto più di un semplice sfondo. La Roma di Siccità è infatti una città totalmente inedita rispetto al cospicuo numero di opere che l’hanno utilizzata come sfondo. UCapace di incidere profondamente sull’orizzonte degli eventi e sulle azioni dei personaggi, così come sui loro umori e i loro amori. Un deserto urbano che è da considerarsi come la chiave drammaturgica e insieme il vero motore della narrazione.
Non meno importante è poi il tema del disagio esistenziale che accomuna i tanti personaggi, e che in taluni casi arriva a sconfinare in reazioni scomposte, ma che ci svelano la follia di un mondo del tutto impreparato al cambiamento climatico.
Linguaggio
Il modello della commedia all’italiana, dove la risata si fa amara e la commedia si mescola al dramma, è quello di riferimento del cinema di Virzì fin dagli esordi. Tanto che il suo stile narrativo ne è una diretta emanazione, sempre pronto a seguire i percorsi esistenziali dei suoi protagonisti per metterne in evidenza le velleità e le contraddizioni, a fotografarne le incertezze e le fragilità, a declinarne le miserie che si celano sotto le attrazioni di cui sono oggetto. Qui l’efficacia del modello è dovuta soprattutto all’intelligente soggetto che permette allo sguardo dell’autore di restituire tutta l’instabilità (emotiva, relazionale, storica) di un coro di personaggi ritratto con un’empatia che tuttavia non diventa mai indulgenza. Le cui ansie e le nevrosi sono restituite da una camera da presa connotata da un incedere febbricitante, che è spesso a ridosso dei loro corpi, ma che non perde mai di vista il rapporto con il contesto in cui agiscono e da cui sono agiti. Attori di una situazione che guarda al recente passato (la pandemia con i suoi lockdown aleggia sull’intera narrazione), ma per spingersi in avanti, immaginando i grotteschi effetti della crisi climatica che ci sta investendo.
Non meno importanti sono poi i contributi della fotografia, che ben restituisce la luminosità polverosa di una città-comunità prosciugata e sterile, così come del montaggio, capace di cucire con profitto le tante traiettorie narrative ed esistenziali di cui si compone la narrazione.
Scheda didattica redatta da FRANCESCO CRISPINO