Mary e lo spirito di mezzanotte (2023)

Regia: Enzo d’Alò

Titolo originale: A Greyhound of a Girl
Nazionalità: Irlanda, Italia, Germania, Lettonia, Lussemburgo, Regno Unito, Estonia
Anno di uscita: 2023
Genere: animazione, drammatico
Durata: 88’ 

Fasce età consigliate:

– 08-10

– 11-13

– 14-16

TRAILER

SCHEDA IMBD

Cast Artistico: Charlotte Infussi; Maricla AffatatoFranco MannellaMaria Pia Di Meo; Alessandro Carloni:

Sceneggiatura: Enzo d’Alò, Dave Ingham Soggetto: dal romanzo La gita di mezzanotte di Roddy Doyle Montaggio: Gianluca Cristoforati Musiche: David Rhodes Produttore: Mark Cumberton, Richard Gordon, Adrien Chef, Paul Thiltgen, Xenia Douglas, Vilnis Kalnaellis, Riina Sildos

Produzione: Jam Media, Paul Thiltges Distributions, Aliante, Rija Films, Amrion Production, Fish Blowing Bubbles

Distribuzione Italiana: Bim Distribuzione
Data di uscita: 23 novembre 2023 (cinema)

Sinossi

Mary ha undici anni, un carattere ostinato, e sogna di diventare chef: ma solo la nonna Emer la sostiene nel tentativo di entrare alla scuola estiva di cucina. La madre Scarlett, pessima cuoca, considera la sua passione una distrazione dalla scuola. Prima di essere ricoverata in ospedale per un male incurabile, la nonna regala a Mary un vecchio quaderno di ricette di famiglia. Mary incontra Tansey, una misteriosa ragazza dall’eloquio e gli abiti antichi che conosce la nonna, e la aiuta a cucinare per lei. Assieme alla mamma, Mary capirà che Tansey è il fantasma della madre di Emer, morta ancora giovane, venuta ad accompagnare la figlia nell’aldilà. Quattro generazioni di donne affronteranno così, insieme, il commovente viaggio nel mistero della vita e della morte.

Temi

Con un tono giocoso tra commedia e dramma, D’Alò, solito a trasporre classici letterari in film d’animazione (lo aveva fatto, tra gli altri, con Rodari, Sepulveda e Collodi), affronta i non facili temi del distacco, della malattia e della morte calandosi nello sguardo ironico e leggero dello scrittore irlandese Roddy Doyle. Ed è proprio l’immaginario irlandese che attinge tradizionalmente al fantastico e al sovrannaturale a rendere questa storia qualcosa di più di un semplice romanzo di formazione: la complicità, la passione, la tenacia con cui i personaggi femminili affrontano le difficoltà (a fronte di personaggi maschili tutti ingabbiati in pallidi cliché, come il papà, i fratelli di Mary e perfino il goffo dottor Patel), è il motore segreto di quella forza interiore (di cui si è quasi sempre ignari) che porta a superare se stessi, vincendo le paure e i pregiudizi mutuati dall’esperienza. Il cuore di questo apologo al femminile è proprio nell’avere fiducia in ciò e in chi davvero si ama: perché è solo questo amore incondizionato a rendere possibile il realizzarsi dei desideri.

Linguaggio

Lo stile grafico di D’Alò, semplice ed efficace grazie al character design dello statunitense Peter De Séve (Mulan, Alla Ricerca di Nemo, L’Era Glaciale), forte di un racconto solido e ben ritmato nella sceneggiatura e nel montaggio, raggiunge i suoi picchi espressivi nelle immagini dei sogni e dei ricordi. È qui che il disegno monocromatico, appena accennato nei ricordi d’infanzia (per i quali il regista anima i bozzetti di De Séve), negli incubi pieno di dettagli e tratti chiaroscurali di xilografie in movimento (opera dell’animatrice portoghese Regina Pessoa), permette di sperimentare con grazia un lirismo perfettamente in armonia con il clima interiorizzato di una storia sempre oltre la trama del reale, che emerge a poco a poco come riflesso degli stati d’animo delle protagoniste, l’indissolubile coppia di anime gemelle Emer e Mary, nonna e nipote. Ambientato nell’Irlanda degli spiriti, paese che mantiene fieramente accanto al tessuto urbano la wilderness dei suoi boschi, il film ha un sottotema cruciale rivelato nel titolo originale (letteralmente, “Il levriero di una ragazza”): il trauma della nonna che ricorda che da bambina il cane della madre l’ha attaccata, per poi scoprire solo in fin di vita che l’aveva salvata per evitarle di cadere in un pozzo. Le musiche di David Rhodes mescolano sapientemente le sonorità elettriche a quelle acustiche ispirate alla tradizione locale (come arpe, cornamuse e vocalizzi melismatici), e contribuiscono allo spessore di un film che ambisce ad un pubblico non solo infantile, giocato su diversi livelli simbolici per veicolare un messaggio complesso e profondo. Un film che esplora il mistero stupefacente dell’esistenza attraverso il convergere degli sguardi complici dell’infanzia e della vecchiaia oltre i confini del tempo: dove presente e passato si mescolano in un clima di sogno in cui tutto torna ciclicamente a vivere in un’immaginaria staffetta di anime.

Scheda didattica redatta da SERAFINO MURRI

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