Lamb (2022)
Regia: Valdimar Jóhannsson
Titolo originale: Dýrið
Nazionalità: Islanda/Svezia/Polonia
Anno di uscita: 2022
Genere: dramma/horror/mistery
Durata: 106’
Fasce età consigliate:
– 14-16
– 16+
Cast Artistico: Noomi Rapace, Hilmir Snær Guðnason, Björn Hlynur Haraldsson, Ingvar Eggert Sigurðsson
Sceneggiatura: Sjón, Valdimar Jóhannsson Fotografia: Eli Arenson Montaggio: Agnieszka Glińska
Produzione: Go to Sheep, Boom Films, Black Spark Productions, Madants/NEM Corp, Film i Väst, Chimney Sweden, Chimney Poland, Rabbit Hole Productions
Distribuzione Italiana: Wanted Cinema
Data di uscita: 31 marzo 2022 (cinema)
Intreccio e personaggi
In una località rurale d’Islanda, la coppia di pastori e contadini Maria (Noomi Rapace) e Ingvar (Hilmir Snær Guðnason) assistono, scioccati, al parto di una delle loro pecore che mette al mondo una creatura metà animale e metà umana. Mossi dal dolore della morte della loro neonata Ada, decidono di adottare la piccola ibrida come fosse loro figlia, dandole il nome il medesimo nome della defunta. Con il trascorrere del tempo Ada cresce serena e affezionata ai genitori, finché alcuni avvenimenti non sopraggiungono a disorientare fino a sconvolgere la quiete famigliare.
Temi
La relazione con la morte, l’elaborazione del lutto, l’amore genitoriale – specie materno – che assorbe e cancella ogni diversità, anche autolegittimandosi gesti inconsulti. E ancora il riaffiorare del rimosso, del senso di colpa, la necessità di (auto)punizione e di vendetta. Così come il rapporto di coppia, il tradimento e la fiducia, a cui si aggiungono la gestione della vita su un territorio impervio che complica i rapporti umani ma incoraggia quelli con una Natura estrema, alternata nei suoi aspetti benevoli e ostili, in cui si include la relazione quasi osmotica con il mondo animale fino – appunto – a una vera ibridazione. Numerosi, diversi e ricchi di contenuti importanti sono i temi presenti nel lungometraggio di finzione d’esordio dell’islandese Valdimar Jóhannsson che, con il co-sceneggiatore suo connazionale Sjón (nome d’arte dello scrittore, poeta e paroliere Sigurjón Birgir Sigurðsson), ha voluto ancorare questa parabola esistenziale dal sapore epico-famigliare al folklore mitologico locale, costituito su una corposa tradizione di antichi racconti e leggende che affondano nella magia, nelle credenze ancestrali, nei rituali ai limiti del macabro.
Linguaggio
Lamb è un dramma famigliare che utilizza i codici dell’horror e del mistery attraverso l’inserimento di atmosfere tipiche di questi generi cinematografici, ma soprattuto per la presenza nel racconto di elementi soprannaturali che interagiscono con quelli “naturali”. Tale interazione è condotta in fase di scrittura e poi di regia con una strategia drammaturgica e narrativa che riferisce al realismo magico, filone pittorico e letterario applicato anche al cinema che propone elementi magici – appunto soprannaturali – in un contesto realistico. Questa modalità espressiva fornisce il “carattere” linguistico a Lamb, i cui protagonisti si muovono con disinvoltura all’interno di una situazione “innaturale” che accettano da subito (è il caso dei genitori), oppure vi si adattano per convenienza (è il caso del fratello di Ingvar, Pètur, che a un certo punto irrompe nella storia). Il registro del film è alto, teso, congegnato su un concetto di mistero incoraggiato da un ottimo uso del fuori-campo e dalla sapiente sottrazione di appigli esplicativi per il pubblico, chiamato a osservare attentamente ogni dettaglio ove può rintracciare le stratificazioni di senso del testo. I pochi movimenti di macchina orientano inquadrature che prediligono i campi lunghi sul paesaggio selvaggio, sublime e inquietante d’Islanda a simboleggiare la sudditanza umana nei confronti di una Natura potente e impervia. Uno spazio di sospensione del Tempo, quasi astratto, ideale a ospitare l’epica esistenziale con i suoi classici e umanissimi temi sopra indicati.
Scheda didattica redatta da ANNA MARIA PASETTI