La fiera delle illusioni – Nightmare Alley (2022)
Regia: Guillermo del Toro
Titolo originale: Nightmare Alley
Nazionalità: Stati Uniti
Anno di uscita: 2022
Genere: drammatico, thriller, noir, crime
Durata: 150’
Fasce età consigliate:
– 14-16
– 16+
Cast Artistico: Bradley Cooper, Cate Blanchett, Toni Collette, Willem Dafoe, Richard Jenkins, Rooney Mara, Ron Perlman e David Strathairn
Soggetto:William Lindsay Gresham Sceneggiatura: Guillermo Del Toro, Kim Morgan Regia: Guillermo Del Toro Fotografia: Dan Laustsen Montaggio: Cam McLauchlin Musiche: Nathan Johnson
Produzione: Searchlight Pictures, Double Dare You, Ontario Creates, TSG Entertainment
Distribuzione Italiana: Walt Disney
Data di uscita: 27 gennaio 2022 (cinema)
Intreccio e personaggi
Stati Uniti, 1939. Stanton “Stan” Carlisle brucia la sua casa dopo aver messo un cadavere in un buco del pavimento e poi parte senza una meta precisa. Stan è uno spiantato in cerca di un’occasione, ma ha carisma, parlantina e fascino da vendere: quando in un luna park itinerante incontra la chiaroveggente Madame Zeena e il marito Pete, un ex mentalista talentuoso ma oramai alcolizzato, intuisce immediatamente le potenzialità dei trucchi e delle tecniche architettate dall’uomo e la possibilità di fare successo. Grazie alle sue nuove abilità, Stan impara a truffare persino l’alta società newyorkese, ma non si accontenta e punta a un pericolosissimo magnate..
Temi
Ennesimo ambizioso lungometraggio sceneggiato e diretto da Guillermo Del Toro (Il labirinto del fauno, Crimson Peak, La forma dell’acqua – The Shape of Water), La fiera delle illusioni – Nightmare Alley è la trasposizione dell’omonimo romanzo di William Lindsay Gresham, pubblicato nel 1946 e già portato sullo schermo l’anno successivo da Edmund Goulding. Se la versione del 1947 poteva contare sulla cupa stratificazione del testo di Goulding e sul divo Tyrone Power, in cerca di un ruolo finalmente complesso e ben poco romantico, il nuovo adattamento del regista messicano è un blockbuster d’autore supportato da un cast lussuoso, in primis Bradley Cooper e una fatale Cate Blanchett, e un aggiornamento non solo produttivo ma anche tematico: le ferite della Grande depressione, gli anni bui della guerra e della povertà, si prestano infatti anche a una parallela lettura dei nostri tempi così confusi e ingannevoli.
Imbonitore ante litteram, Stan Carlisle è figlio del suo tempo, ma è anche e soprattutto una vittima designata, un uomo che non riesce a essere completamente cattivo, cinico, colpevole. Nell’omaggiare il noir classico, Del Toro immerge il protagonista e gli spettatori in un’atmosfera intrisa anche esteticamente di illusionismo, mentalismo e spiritismo. Un noir che non tarda a tramutarsi in un incubo, a farsi disumano, a riecheggiare gli orrori che si consumavano dall’altra parte dell’oceano.
Linguaggio
Ancora una volta, Guillermo Del Toro ci racconta del fascino magnetico delle immagini in movimento, del potere suggestivo della luce e del buio, della grande illusione del cinema, dei suoi fantasmi. La tragica realtà che si mescola alla favola nera de Il labirinto del fauno (2006), il melò gotico e le mirabilie della profondità di campo di Crimson Peak (2015), il cinema classico e la sala cinematografica come fonte di energia de La forma dell’acqua, e adesso i rimandi mai banali al cinema d’antan, sempre intrecciati alla narrazione, de La fiera delle illusioni. Al noir del periodo d’oro degli anni Quaranta si affiancano le derive orrorifiche e l’umanità\disumanità di Freaks di Tod Browning, le suggestioni psicanalitiche di Hitchcock e Dalì (Io ti salverò), i labirintici incubi langhiani de Il prigioniero del terroree gli omaggi a Fellini, col personaggio interpretato da Ron Perlman che ha più di un punto in comune col celebre Zampanò de La strada, interpretato da un magistrale Anthony Quinn. C’è la classica femme fatale, Cate Blanchett\Lilith Ritter, ma anche altre ammalianti figure femminili, Zeena\Toni Collette e Molly\Rooney Mara, contrapposte alle marcescenti figure paterne che trascinano Stan nella sua discesa verso gli inferi, verso un destino segnato che il circo, antesignano del cinema, gli aveva già mostrato, messo in scena – la circolarità narrativa è uno dei tanti artifici dell’industria dei sogni e delle illusioni.
Scheda didattica redatta da ENRICO AZZANO