Il capitale umano (2013)
Regia: Paolo Virzì
Titolo originale: id
Nazionalità: Italia/Francia
Anno di uscita: 2013
Genere: thriller/drammatico
Durata: 109’
Cast (Attori principali): Fabrizio Bentivoglio (Dino Ossola), Valeria Bruni Tedeschi (Carla Bernaschi), Fabrizio Gifuni (Giovanni Bernaschi), Valeria Golino (Roberta Morelli), Luigi Lo Cascio (Donato Russomanno), Bebo Storti (ispettore), Matilde Gioli (Serena Ossola), Guglielmo Pinelli (Massimiliano Bernaschi)
Cast Tecnico:
Regia: Paolo Virzì, Soggetto: Stephen Amidon (tratto dal suo omonimo romanzo, ed Oscar Mondadori) Sceneggiatura: Paolo Virzì, Francesco Bruni, Francesco Piccolo Fotografia: Jerome Alméras, Montaggio: Cecilia Zanuso, Musica: Carlo Virzì Scenografia: Mauro Radaelli, Andrea Bottazzini Costumi: Bettina Pontiggia
Produzione: Indiana Production, Manny Films, BAC Films, Motorino Amaranto, Rai Cinema con MiBACT e Credito Valtellinese, Eurimages
Distribuzione Italiana: 01 Distribution
Data di uscita: 9 gennaio 2014 (cinema)
Intreccio e personaggi
Nella Brianza più o meno contemporanea, due famiglie sono accomunate dalla relazione sentimentale fra i propri figli, Serena e Massimiliano, poco più che adolescenti. Da una parte gli Ossola il cui capofamiglia Dino (protagonista) è un agente immobiliare separato dalla moglie ma con una nuova compagna psicologa (aiutante) e con la figlia Serena (protagonista) legata a Massimiliano Bernaschi (protagonista). Questo è il rampollo di una famiglia alto borghese e ricchissima, il cui padre Giovanni (protagonista) è uno speculatore a forte rischio in affari e la cui madre Carla (protagonista) nutre velleità culturali sempre frustrate dal consorte. I due gruppi famigliari vengono a stretto contatto quando una notte la macchina di Massimiliano investe un cameriere, uccidendolo. Dalle circostanze “incidentali” o “colpevoli” della tragedia – di cui è necessario trovare un responsabile – diparte la narrazione del film.
Temi
I meccanismi di acquisizione e di mantenimento del potere da parte della ricca borghesia imprenditoriale, la sua condotta ipocrita nelle relazioni con le classi meno abbienti e il goffo, se non disperato, tentativo di queste di salire la scala sociale. Ma anche l’analisi delle complesse relazioni famigliari e amicali, l’incapacità di togliersi una maschera per timore di essere considerati dei loser, dei perdenti, il profondo senso di solitudine e intima fragilità a contrasto con la malvagità esibita sui tavoli finanziari, l’abitudine alla menzogna. Ecco la sintesi delle componenti tematiche de Il capitale umano orientate a costruire una piramide sulla cui cima s’impone la fondamentale questione (morale, filosofica, sociologica..) attorno a cui ruotano libro e film: è possibile attribuire un valore economico a una vita umana? Dal punto di vista del narratore, nonché “denunciatore di un reato”, la risposta è affermativa ed è dimostrata – appunto – dalla messa in campo delle scelte dei personaggi che agiscono di fronte a un incidente, fatale a un individuo. Non è un caso, infatti, che all’inizio dei titoli di coda del film lo spettatore venga informato sulla cifra (€ 218.976,00) negoziata con i famigliari della vittima come risarcimento, e subito dopo compaia questa scritta: «Importi come questo vengono calcolati valutando parametri specifici: l’aspettativa di vita di una persona, la sua potenzialità di guadagno, la quantità e la qualità dei suoi legami affettivi. I periti assicurativi lo chiamano il capitale umano». Il grande tema di questo dramma, che corrisponde al “peccato originale” commesso dalla società contemporanea occidentale, è dunque contenuto nel suo titolo, quasi un ossimoro, laddove il Capitale / Capitalismo racchiude regole quanto più antitetiche all’etica e alla morale attribuibili all’essere “umano”.
Linguaggio
Lavorando su una struttura semi-parallela al romanzo (diviso in cinque parti mentre il film è quadripartito), Paolo Virzì sia in fase di sceneggiatura che di regia opta per un approfondimento del concetto di punto di vista, che in ogni narrazione si pone all’origine delle diverse visioni/interpretazioni della realtà. Questo calza perfettamente al genere scelto per organizzare il racconto de Il capitale umano, che nella sostanza è un thriller corale con detection in un ambito di plurimo dramma famigliare. Se alla base c’è un omicidio e a monte un omicida, l’obiettivo del testo è portare lo spettatore ad individuarne l’identità e – contestualmente – i personaggi che ancora non la conoscono. In tal senso, le prime tre parti del film sono narrate seguendo i punti di vista di tre personaggi diversi (Dino, Carla e Serena) mentre alla quarta è riservata la cosiddetta “soluzione del caso”. Lo stile adottato da Virzì, autore fino a questo film quasi esclusivamente dedicato alla commedia, presenta un’inedita tensione, con un’estetica modellata sull’essenzialità seppur dotata di attenzione ai minimi dettagli, come è giusto che sia in un detection movie. Il tono è certamente drammatico a tratti dolente, essendoci comunque alla base il racconto di un dolore, di una perdita umana con tutti i relativi effetti.
Scheda didattica redatta da Anna Maria Pasetti