Il bene mio (2018)
Regia: Pippo Mezzapesa
Titolo originale: id.
Nazionalità: Italia
Anno di uscita: 2018
Genere: drammatico
Durata: 95′
Cast (attori principali): Sergio Rubini (Elia), Sonya Mellah (Noor), Dino Abbrescia (Gesualdo), Francesco De Vito (Pasquale), Michele Sinisi (Gustavo), Caterina Valente (Maria), Teresa Saponangelo (Rita)
Cast tecnico:
Soggetto e sceneggiatura: Massimo De Angelis, Antonella Gaeta, Pippo Mezzapesa; Fotografia: Giorgio Giannoccaro; Montaggio: Andrea Facchini; Musica: Franco Eco, Gabriele Panico; Scenografia: Michele Modafferi; Costumi: Sara Fanelli; Suono: Gigi Gallo (presa diretta); Produzione: Cesare Fragnelli per Altre storie e Rai Cinema; Organizzazione generale: Paky Fanelli
Distribuzione Italiana: Altre storie
Data di uscita: 4/10/2018
Intreccio e personaggi
Elia (il protagonista) è rimasto l’ultimo abitante di Provvidenza, un piccolo paese meridionale che è stato completamente distrutto da un terremoto. Rifiuta infatti categoricamente di seguire le tracce della sua vecchia comunità, che ha invece preferito trasferirsi a valle, a “Nuova Provvidenza”, per ricominciare una nuova vita e dimenticare il passato. Elia invece è rimasto attaccato a quel “paese fantasma” in cui è cresciuto e di cui cerca di tener vivo il ricordo. La sua è una vera e propria lotta con l’intera comunità che lo vorrebbe far desistere dalla sua proterva resilienza, i suoi unici amici sono rimasti Gesualdo e Rita (gli aiutanti).
Quando però il Sindaco (l’antagonista) gli dà l’ultimatum intimandogli di abbandonare il paese, Elia inizia ad avvertire una strana presenza tra le rovine. Pensa sia sua moglie Maria, deceduta durante il sisma. Dopo qualche giorno si trova invece di fronte Noor, una donna mediorientale che sta fuggendo dal proprio paese per cercare di riunirsi alla propria gemella che si trova in Francia. L’incontro è decisivo per entrambi ed è destinato a cambiare i piani di Elia, ormai quasi convinto ad abbandonare definitivamente Provvidenza e ad accogliere l’invito di Gesualdo che lo vorrebbe di nuovo a suo fianco nel viaggio che ha programmato a Lourdes con la sua agenzia di viaggi. Dopo averle dato una mano a riprendere la sua strada, l’uomo decide infatti di resistere ancora al proprio posto per alimentare la memoria del paese al quale sente di essere indissolubilmente legato.
Temi
Centrale e preminente è il tema della Memoria e della sua conservazione. Non solo ogni scelta e ogni azione del protagonista vi sono infatti direttamente collegati, ma il conflitto intorno al quale si sviluppa la narrazione è animato proprio dal contrasto tra le due opposte posizioni sul tema. Tra chi ha scelto di continuare ad abitare il vecchio paese e chi si è invece trasferito nel nuovo; tra chi sente la necessità di ricordare e chi ha invece deciso di dimenticare; tra chi custodisce e chi invece preferisce “guardare avanti”. A esso direttamente collegato c’è poi il tema dell’attaccamento al proprio territorio, cui peraltro dà grande rilievo la sentita interpretazione di Rubini. Qui a fare da contrasto alla posizione di Elia è proprio il personaggio di Noor, donna che invece ha scelto di abbandonare la propria terra. Proprio tale contrasto pone in evidenza come le contrapposte scelte dei due personaggi nascano da un’identica necessità, determinata da eventi che hanno sovvertito gli equilibri esistenziali. Sia Elia che Noor vivono dunque una simile esperienza, seppur maturata in maniera diversa: quella dell’assenza e dell’elaborazione del dolore.
Linguaggio
Importante è la scelta narrativa di non mostrare gli eventi che si trovano all’origine del decisivo incontro tra Elia e Noor, entrambi eventi fondamentali ma che rimangono nella narrazione che precede il film. Una scelta che evidenzia come al regista importi concentrarsi sulle conseguenze piuttosto che sui fatti, approfondire le reazioni piuttosto che descrivere azioni. Altrettanto rilevante è l’ambientazione, ovvero la scelta di collocare interamente il film in un unico spazio. Ciò serve non solo a supportare la dimensione contrastiva di cui si è detto, con un continuo e abile gioco di accostamento tra l’immagine e il suono che riproduce l’oggi e lo ieri di Provvidenza, ma anche a ricreare un microcosmo dove alcuni elementi assumono evidenti connotazioni metaforiche. Come ad esempio quelli che rimandano al concetto di soglia: il muro la cui edificazione viene ordinata per non consentire più l’accesso al paese oppure la cancellata che porta alla vecchia scuola elementare. Luogo quest’ultimo che per Elia è quello della morte e dunque del dolore e che infatti non riesce a valicare.
Scheda didattica redatta da Francesco Crispino