Flaminia (2024)
Regia: Michela Giraud
Titolo originale: nd
Nazionalità: Italia
Anno di uscita: 2024
Genere: commedia
Durata: 98’
Fasce età consigliate:
– 11-13
– 14-16
– 16+
Cast Artistico: Michela Giraud, Rita Abela, Antonello Fassari, Nina Soldano, Edoardo Purgatori, Catherine Bertoni de Laet, Ludovica Bizzaglia
Sceneggiatura: Michela Giraud, Francesco Marioni, Greta Scicchitano, Marco Vicari Cinematografia: Manfredo Archinto Montaggio: Ilenia Galasso Musiche: Fabio Frizzi Produttore: Stefano Basso, Giuseppe Saccà, Agostino Saccà
Produzione: Eagle Original Content, Pepito Produzioni, Vision Distribution
Distribuzione Italiana: Vision Distribution
Data di uscita: 11 aprile 2024 (cinema)
Sinossi
Flaminia De Angelis (Michela Giraud) è una giovane donna di una patinatissima Roma Nord, vive con i suoi genitori nella lussuosa villa di famiglia e non bada a spese per curare il suo look a cui la madre (Lucrezia Lante Della Rovere) è attentissima. Mancano solo due settimane al suo matrimonio con il rampollo di una famiglia molto in vista della Roma bene, ma il ritorno della sua sorellastra Ludovica, allontanata dalla casa di cura in cui era ricoverata a causa del suo autismo, sconvolge i piani di un futuro forse non del tutto perfetto per lei.
Temi
L’idea per il soggetto del film era partita da un racconto scritto dalla stessa Giraud per la raccolta intitolata “Tea. Storia (quasi) vera della prima messia”, firmato da quattro giovani autrici comiche. Nel racconto Flaminia rappresenta l’ideale della giovane donna alla moda, carica di quell’ormai tipico fascino social che produce bellezze stereotipate, uguali le une alle altre e tutte ossessionate dall’estetica e dal giusto outfit. Non c’erano sorelle in quella storia, che rappresentava l’occasione per muovere una sferzante critica a quell’universo femminile tanto instagrammabile quanto vuoto. In fase di scrittura del film però Francesco Marioni, Greta Scicchitano e Marco Vicari, cosceneggiatori con Michela Giraud, hanno suggerito la possibilità di rendere la storia più personale, lasciando che fosse l’autrice non solo a dirigere il film, ma anche a vestire i panni della protagonista. Ludovica, la sorellastra di Flaminia, è diventata così il meccanismo narrativo con cui quella ricercata, finta perfezione viene messa in crisi in favore di una ritrovata autenticità e di una riscoperta della bellezza della diversità, veicolo per parlare di inclusione.
Linguaggio
Divertita e compiaciuta, Michela Giraud non fatica a descrivere il mondo patinato di pseudo influencer alla moda, ne coglie il vuoto e ne ridicolizza con gusto pose e atteggiamenti. Bionde ossessionate dalla moda, dall’aspetto e dalla forma fisica, ragazze e ragazzi focalizzati su performance invidiabili nel contesto perfetto da migliaia di like: la prima parte di Flaminia è dedicata tutta a dipingere il triste quadro di un certo spirito del nostro tempo non difficile da rappresentare, ma su cui il tocco tagliente e sarcastico di Giraud riesce a ironizzare in modo efficace. In questo panorama colorito e avvilente, quando Ludovica, affetta da una forma dello spettro autistico, irrompe nella apparentemente perfetta vita della sorellastra, si rivela da subito come la controparte negativa di Flaminia stessa, una sorta di ritratto osceno tenuto ben nascosto per lungo tempo che improvvisamente si manifesta ovunque e quanto più la protagonista si convince di essere capace di poterlo camuffare tanto più questo si rivela in tutta la sua autenticità. In questo gioco di specchi e sentimenti contrastanti si sviluppa il cuore della storia e nei momenti in cui Giraud riesce a dismettere i panni dell’istrionico personaggio della sua stand up comedy passano le emozioni più autentiche della storia. Non mancano alcuni momenti toccanti soprattutto nell’interpretazione offerta da Rita Abela credibile nei panni di Ludovica a cui Giraud sa rispondere con la giusta sensibilità in molte occasioni. Il film riesce a veicolare un messaggio importante rispetto alla necessità di accettazione non solo delle categorie marginalizzate, ma della diversità intesa in senso anche più ampio e comune. Flaminia consente di scoprire che è sempre possibile e persino auspicabile svincolarsi da stereotipi e fittizi canoni imposti dalla società delle apparenze per lasciare spazio ad un mondo bizzarro e imperfetto e per questo ancora più affascinante per la varietà e la libertà che propone, in cui l’affetto e l’accoglienza riescono a superare barriere e distinzioni.
Scheda didattica redatta da VANIA AMITRANO