Fiore (2016)

Regia: Claudio Giovannesi

Titolo originaleid
Nazionalità: Italia
Anno di uscita: 2016       
Genere: drammatico
Durata: 110′
Regia: Claudio Giovannesi

SCHEDA IMDB

Cast (Attori principali): Daphne Scoccia (Daphne), Josciua Algeri (Josh), Valerio Mastandrea (Ascanio), Laura Vasiliu (Stefania)

Cast TecnicoRegia: Claudio Giovannesi, Soggetto: Claudio Giovannesi, Filippo Gravino Sceneggiatura: Claudio Giovannesi, Filippo Gravino, Antonella Lattanzi Fotografia: Daniele Ciprì, Montaggio: Giuseppe Trepiccione, Musica: Claudio Giovannesi, Andrea Moscianese Scenografia: Daniele Fabretti Costumi: Olivia Bellini, Suono: Angelo Bonanni (presa diretta)

Produzione: Rita Rognoni e Beppe Caschetto per Pupkin Production, IBC Movie con Rai Cinema; Valerio Mastandrea e Gianni Zanasi produttori associati
Produzione esecutiva:
Francesco Tatò.  

Distribuzione Italiana: BIM,
Data di uscita: 25 maggio 2016 (cinema)

Intreccio e personaggi         

Nella Roma contemporanea, l’adolescente Daphne (Daphne Scoccia, protagonista) sopravvive rubando cellulari. Minuta e fragile in apparenza, è una ragazza risoluta e determinata a farsi valere nel micromondo di emarginazione dove si è rifugiata. Una volta arrestata e rinchiusa in un carcere minorile deve venire a patti col proprio carattere scontroso e aggressivo, poco incline alla convivenza pacifica con le altre detenute. In infermeria conosce Josh (Josciua Algeri, co-protagonista), un 18enne milanese la cui pena è quasi al termine. I due giovani sembrano interessati a conoscersi meglio: dopo incontri sfuggenti e brevi dialoghi notturni attraverso le reciproche finestre, nasce un rapporto di complicità fra l’amicizia e l’infatuazione. Mentre l’inverno volge al termine si apre l’ipotesi che Daphne passi a un regime di libertà vigilata purché risieda col padre Ascanio (Valerio Mastandrea, antagonista prima, aiutante poi) che però ha problemi con la giustizia a sua volta e abita dalla nuova compagna Stefania (Laura Vasiliu) e il suo bambino: al rifiuto del padre di prenderla con sé, la ragazza reagisce con violenza, portandosi la delusione fra le mura di un carcere che le sta sempre più stretto, con Josh ormai libero e lontano. Accogliendo l’invito di Ascanio e Stefania alla comunione del figlio, trascorre due giorni di permesso al mare in famiglia al termine dei quali sale segretamente sul primo treno per Milano: stare con Josh anche solo qualche ora vale una punizione di sei mesi in più di detenzione.

Temi         

Romanzo di formazione a sfondo carcerario, il terzo film di finzione di Claudio Giovannesi incorpora diversi filoni tematici a partire dai classici relativi ad adolescenza e prima giovinezza: la nascita e la gestione dei sentimenti d’amore e d’amicizia, il rispetto delle regole, il rapporto con la famiglia d’origine. La particolare ambientazione fisica, antropologica e sociale scelta dal cineasta romano complica la declinazione di tali tematiche, laddove ogni gesto, sentimento e relazione sono limitati/filtrati da sbarre e sorvegliati da autorità diverse dalle figure genitoriali e parentali. In tal senso anche il processo di crescita assume connotati specifici, veicolati da un sistema educativo “rafforzato” rispetto alla normalità per la correzione di una devianza. Da questa devianza, o attitudine al crimine, si attiva l’altra grande area tematica di Fiore, ovvero il disagio giovanile metropolitano sintomo a sua volta di contesti socio-famigliari disfunzionali. Il dramma intimo di Daphne, Josh e dei loro coetanei diventa dunque esemplare e universale nella sua forza emozionale: imparare velocemente dai propri errori (assumendone le responsabilità) per conquistarsi un’identità libera e onesta. E, non per ultimo, la libertà di amare.

Linguaggio        

Girato con movimenti di macchina e inquadrature “intonati” al ritmo della sua giovane protagonista, che del film è il punto di vista, Fiore offre ai suoi spettatori l’invito alla condivisione, se non addirittura all’immersione, delle sue tensioni contraddittorie, fra pulsioni amorose ed esplosioni d’ira, intervallate da eloquenti silenzi a significare la forzata solitudine, la rabbia inespressa e il frustrante senso di alienazione, tutti sentimenti tipici della detenzione coatta. Se a Daphne corrisponde la “misura” dello sguardo del film, questo a sua volta è raccordato nelle sue componenti come un racconto emotivo del suo periodo in carcere (il trascorrere del tempo è scandito da cartelli indicanti i mesi): il forte contrasto di luci/ombre nella fotografia curata da Daniele Ciprì, la rarefazione dei dialoghi voluta in fase di sceneggiatura atta a restituire sia l’introversione della ragazza, sia le limitazioni comunicative del carcere ma anche la voglia di Daphne (condivisa da Josh) di scoprire il mondo e le relazioni attraverso l’osservazione, l’uso narrativo di canzoni scelte ad hoc (Sally di Vasco Rossi e Maledetta primavera di Loretta Goggi). Fra gli elementi distintivi di Fiore, ma di tutto il cinema di finzione di Giovannesi che non è mai “giudicante” ma sempre “al fianco” dei suoi personaggi/persone, è anche il casting: nessuno dei suoi protagonisti, ad eccezione di quelli dell’opera d’esordio La casa sulle nuvole (2009), è un’attrice o un attore professionista, anzi, si tratta di ragazze e ragazzi presi dal reale contesto geografico/sociale riprodotto nel film.

Scheda didattica redatta da Anna Maria Pasetti

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