Ariaferma (2022)

Regia: Leonardo Di Costanzo

Titolo originale: id
Nazionalità: Italia, Svizzera
Anno di uscita: 2022
Genere: drammatico
Durata: 117’

Fasce età consigliate:
– 16+

TRAILER
SCHEDA IMDB

Cast Artistico: Toni Servillo, Silvio Orlando, Fabrizio Ferracane, Salvatore Striano, Roberto De Francesco

Soggetto: Leonardo Di Costanzo Sceneggiatura: Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero, Valia Santella  Regia: Leonardo Di Costanzo  Fotografia: Luca Bigazzi Montaggio: Carlotta Cristiani

Produzione: Tempesta con Rai Cinema, in co-produzione con Amka Film Productions

Distribuzione Italiana: Vision Distribution
Data di uscita: 17 febbraio 2022 (cinema)

Intreccio e personaggi

I detenuti di un carcere nel cuore di un’isola rocciosa devono essere dislocati in un’altra struttura penitenziaria. Ma dal trasferimento sono trattenuti temporaneamente alcuni di loro, insieme a poche guardie atte al loro controllo. Durante periodo di attesa, in cui poche o nessuna informazione viene loro comunicata, prendono forma nuove alleanze, ostilità, rivelazioni di antichi rimossi mai affrontati. Protagonisti della vicenda sono in particolare il detenuto camorrista Carmine Lagioia e Gaetano Gargiulo, l’agente di più anziano servizio del gruppo che assume la temporanea direzione del carcere: tra loro viene a crearsi un’accesa rivalità, frutto anche della provenienza dalla medesima città. 

Temi

Al centro di Ariaferma, come giustamente viene già indicato nel titolo, si colloca l’idea di sospensione, applicata al tempo, allo spazio, e per estensione alla vita stessa, laddove il respiro nutrito dall’aria viene bloccato non solo nel perimetro delle mura carcerarie, ma anche dalla mancanza di conoscenza della destinazione, tanto per i prigionieri quanto per gli agenti carcerari.  Il concetto di reclusione assume, dunque, un’identità valoriale potenziata che inevitabilmente incide sui caratteri messi in scena, deprivati delle proprie certezze e ridotti a “sopravvissuti” di una decisione altrui incomprensibile ma insindacabile.  Tale sostanziale e rafforzata modifica della condizione “normale” di reclusi porta tutti i personaggi ad assimilarsi, nonostante l’opposizione di ruoli che diviene eccentrica e contraddittoria, sintomo della “di per sé” insensata situazione in cui sembrano relegati i loro destini. Quanto accade nel carcere “fortezza” di Ariaferma è in sintesi un’amplificazione e una radicalizzazione della condizione umana quando racchiusa nello spazio/tempo e nella “non conoscenza”, in cui l’unica apertura possibile sembra la solidarietà reciproca. In tal senso, il film di Di Costanzo è anche un mirabile lavoro sulle possibilità di una collaborazione tra individualità spesso antitetiche, un viaggio tra le fatiche della fiducia, del sostegno, financo della costruzione del “bene comune” e del “senso di comunità” cui appartenere, sebbene in maniera temporanea orientata all’abbattimento di ogni muro, specie del più invisibile ma forse più resistente.

Linguaggio

Attraverso la decostruzione e rielaborazione dei codici del prison movie (cinema carcerario) il terzo lungometraggio di finzione di Leonardo Di Costanzo presenta densità etica ed estetica espanse a dispetto della sua ambientazione narrativa.  Del resto tra le cifre del cineasta ischitano compare spesso l’unità spaziale, espressa ad esempio dalla grotta de L’intervallo (2012) e dal cortile de L’intrusa.  Anche lantica fortezza destinata alla detenzione di Ariaferma non solo segue questa regola auto-determinata, ma ne intensifica la tensione drammaturgica, accompagnando i suoi abitanti in un vortice kafkiano, un dramma claustrale fuori dal tempo pervaso da suggestioni da thriller psicologico, horror dell’anima.  Prediligendo l’unità spaziale, Di Costanzo fornisce all’utilizzo del fuori campo un valore sostanziale, amplificandone la funzione drammaturgica, narrativa e stilistica.  Tale utilizzo – che permette al cineasta di “elaborare l’invisibile” – deriva dal suo background teatrale, una base esperienziale, culturale e poetica ormai connaturata al proprio lavoro. Il film intercetta anche elementi del dramma corale, al cui interno si muove l’interpretazione sia di attori professionisti che dilettanti. Questa mescolanza invece arriva dall’altra “anima” espressiva di Di Costanzo, rappresentata dal cosiddetto “cinema del reale”.  Infine, in quanto opera (anche) sulla dualità oppositiva (protagonista vs antagonista), Ariaferma si compone audio-visivamente di scelte coerentemente e profondamente contrastive: luci vs ombre, urla vs silenzi, il tutto a esemplificare vita vs morte.

Scheda didattica redatta da ANNA MARIA PASETTI

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