Anna Frank e il diario segreto (2021)
Regia: Ari Folman
Titolo originale: Where Is Anne Frank
Nazionalità: Belgio, Lussemburgo, Francia, Olanda, Israele
Anno di uscita: 2022
Genere: animazione, biografico, drammatico, fantastico
Durata: 99’
Fasce età consigliate:
– 8-10
– 11-13
– 14-16
Cast Artistico: Emily Carey, Ruby Stokes, Nell Barlow, Skye Bennett, Sebastian Croft, Stewart Scudamore, Michael Maloney, Ari Folman, Ralph Prosser, Mike Tehrani
Soggetto: Ari Folman, dal romanzo “Il Diario di Anna Frank” Sceneggiatura: Ari Folman Regia: Ari Folman Fotografia: Tristan Oliver Montaggio: Nili Feller Musiche: Ben Goldwasser, Karen O
Produzione: AJH Films, Bridgit Folman Film Gang, Doghouse Films, Highly Spirited, KUK Films, Le Pacte, Magellan Films, Philophon, Purple Whale Films, Samsa Film, Studio Moshi, Submarine, Walking The Dog
Distribuzione Italiana: Lucky Red
Data di uscita: 29 settembre 2022 (cinema)
Intreccio e personaggi
Con la sua folta chioma rossa e i vestiti in perfetto stile anni Quaranta, Kitty si risveglia nell’odierna Amsterdam all’interno della casa della sua amica Anna Frank: non trova però l’amica, nemmeno il resto della famiglia, ma solo delle strane persone che girano per l’abitazione dei Frank. Ma quella non è più una casa, è un museo, un luogo iconico visitato da turisti di tutto il mondo: Kitty è l’amica immaginaria di Anna e la Seconda guerra mondiale è finita da decenni, ma come è arrivata la ragazza nella odierna Amsterdam? E perché? Invisibile agli altri finché si trova all’interno della casa, comprensibilmente disorientata e ignara dei tragici avvenimenti passati, Kitty ruba il diario di Anna e si reca dalla polizia per denunciare la scomparsa della sua cara amica.
Temi
Il ricordo di Anna Frank aleggia ovunque, non solo ad Amsterdam. Il suo diario tradotto in una settantina di lingue, la casa meta di fiumane di turisti, i monumenti, le piazze, le scuole, le commemorazioni, i numerosi film e tutto quel che segue rischiano però di essere solo delle forme retoriche depotenziate, dei rituali vuoti, un po’ come accade troppo spesso con le visite guidate nei campi di sterminio – in questo senso, si veda l’ottimo documentario Austerlitz (2016) del cineasta ucraino Sergei Loznitsa.
Intrecciando verità storica e suggestioni fantasy, il regista e sceneggiatore israeliano Ari Folman (Valzer con Bashir, The Congress) traccia un parallelo tra lo sterminio del popolo ebraico e il barbaro e sistematico trattamento riservato agli immigrati clandestini, chiedendosi e chiedendoci se davvero ci ricordiamo di Anna Frank, della sua storia, degli abissi in cui era sprofondata l’umanità. Pensato per un pubblico giovane, Anna Frank e il diario segreto (Where Is Anne Frank, 2021) si serve di un didascalico realismo magico per smontare gli automatismi legati alla Shoah, al Giorno della Memoria e a qualsiasi iniziativa culturale e politica che non abbia gli occhi ben aperti sulla realtà e sulle ingiustizie di oggi, così vicine a noi, eppure ignorate dalla maggioranza: solo così si potrà davvero onorare la memoria di Anna Frank, salvandola da una seconda, forse ancor più imperdonabile, scomparsa.
Linguaggio
Pensato inizialmente per essere realizzato in stop motion, tecnica suggestiva ma alquanto impegnativa dal punto di vista economico, Anna Frank e il diario segreto ha abbracciato successivamente l’animazione tradizionale per contenere i costi di produzione, allineandosi sul piano estetico al graphic novel Anne Frank – Diario (Anne Frank’s Diary: The Graphic Adaptation, 2017), sceneggiato dallo stesso Folman, illustrato da David Polonsky e pubblicato in Italia da Einaudi. In accordo con la Fondazione Anna Frank di Basilea, l’Unesco, la Fondation pour la mémoire de la Shoah e altre organizzazioni di creare un lungometraggio che sapesse coinvolgere il pubblico giovane, in età scolare, Folman rinuncia comprensibilmente alla complessità metalinguistica e ai tratti adulti e ricercati dei suoi precedenti successi. La differenza col futuristico e psichedelico The Congress (2013) e col pluripremiato Valzer con Bashir (2008), che scavava nelle memorie rimosse del massacro di Sabra e Shatila, è evidente ed è in linea col pubblico di riferimento, al pari delle semplificazioni della scrittura e del marcato ma non eccessivo afflato didascalico. Folman opta per linee semplici, colori netti e immediati e un character design delicato e rassicurante, a partire dai grandi occhi di Anna e Kitty, dai loro visi solari. Forma e sostanza coincidono, nella speranza di trovare una chiave d’accesso estetica al mondo dei ragazzi e di stimolare importanti riflessioni sul passato e sul presente.
Scheda didattica redatta da ENRICO AZZANO