Ernest e Celestine – L’avventura delle 7 note (2022)
Regia: Jean-Christophe Roger, Julien Chheng
Titolo originale: Ernest et Célestine: Le voyage en Charabie
Nazionalità: Francia, Lussemburgo
Anno di uscita: 2022
Genere: animazione
Durata: 80’
Fasce età consigliate:
– 08-10
Cast Artistico: Lambert Wilson and Pauline Brunner. Con le voci di Alba Rohrwacher e Claudio Bisio
Sceneggiatura e dialoghi: Guillaume Mautalent, Sébastien Oursel Con la collaborazione di: Jean Regnaud Idea originale di: Agnès Bidaud and Didier Brunner Musica composta e orchestrata: Vincent Courtois Produttore: Didier Brunner, Damien Brunner, Stephan Roelants
Produzione: Folivari
Distribuzione Italiana: I Wonder Pictures
Data di uscita: 22 dicembre 2022 (cinema)
Sinossi
Per riparare il loro violino rotto, l’orso Ernest e la topolina Celestine intraprendono un viaggio verso il lontano paese natale di Ernest, una terra incantata dove risuonano da sempre le melodie dei migliori musicisti del mondo, riempiendo l’aria di gioia. Tuttavia, al loro arrivo, i nostri eroi scoprono una realtà completamente diversa: ogni forma di musica è stata bandita! Ernest e Celestine non riescono a concepire una vita senza musica e con l’aiuto dei loro amici, e di un misterioso fuorilegge mascherato, faranno l’impossibile per riportare la felicità nella Terra degli Orsi…
Temi
Dieci anni dopo l’amabilissimo Ernest & Celestine (Ernest et Célestine, 2012) diretto a sei mani da Benjamin Renner, Stéphane Aubier e Vincent Patar, la nuova avventura della strana coppia formata da una coraggiosa e sagace topolina e da un orso burbero dal cuore d’oro si focalizza sulla musica, sulla libertà di espressione individuale, sulla gioia dell’arte e della sua condivisione. Affidato al duo formato da Julien Chheng e Jean-Christophe Roger, Ernest e Celestine – L’avventura delle 7 note (Ernest et Célestine : Le Voyage en Charabïe, 2022) guarda evidentemente a un pubblico di giovanissimi e cerca di veicolare in maniera forte e chiara alcuni messaggi chiave, accompagnati da uno spirito rivoluzionario ad altezza bambino. Nella mai banale ricerca di un equilibrio tra intrattenimento e palesi intenti didascalici, l’azione e la musica prendono il sopravvento sugli snodi narrativi, piuttosto rilassati ma indubbiamente efficaci.
Linguaggio
Rodati dalla serie per il piccolo schermo Ernest et Célestine, la collection (2017-2021) e dal lungometraggio compilativo Ernest et Célestine en hiver (2017), Julien Chheng e Jean-Christophe Roger non si discostano dalle scelte grafiche e cromatiche della prima pellicola. Questa continuità stilistica, che deve rinunciare ai dettagli più minuziosi ma che poggia le proprie basi sul più che apprezzabile rispetto delle illustrazioni originali di Gabrielle Vincent, è la cartina tornasole dello spumeggiante stato di salute dell’animazione transalpina, in grado oramai di garantire al proprio pubblico una vasta e qualitativamente significativa produzione annuale per il piccolo e grande schermo. La continuità produttiva, e quindi formativa, è uno dei pilastri dell’animazione francese degli ultimi venticinque anni, dallo spartiacque Kirikù e la strega Karabà (Kirikou et la Sorcière, 1998) fino a oggi.
Le linee semplici, chiare e tondeggianti di Ernest e Celestine – L’avventura delle 7 note sono accompagnate da colori acquerello, per un’animazione che riesce a mediare brillantemente non solo tra tecniche tradizionali e innovazioni tecnologiche ma anche tra contenimento dei costi di produzione ed evidenti ambizioni artistiche. Ancora una volta, sempre prendendo mirabilmente spunto dalle tavole originali, le avventure della topolina e dell’orso musicante non hanno bisogno di spazi pieni e di linee per forza chiuse, ma abbracciano senza timore le aree bianche, i tratti appena accennati. L’afflato pittorico di Ernest e Celestine è ben sostenuto da una fluidità dei movimenti, da alcune scelte cromatiche e da sequenze pirotecniche che ci ricordano la serie miyazakiana Il fiuto di Sherlock Holmes (Meitantei Hōmuzu, 1984-85), una quasi miracolosa coproduzione italo-nipponica targata Rai e Tokyo Movie Shinsha. Le mirabilie delle tecniche digitali, quando sono sapientemente indirizzate verso suggestioni grafiche tradizionali, sono poi confermate dall’armonia tra i fondali e i personaggi, aspetto non secondario che impreziosisce ancor di più la visione e la fluidità delle animazioni.
Scheda didattica redatta da ENRICO AZZANO