Il piccolo Nicolas – Cosa stiamo aspettando per essere felici (2022)
Regia: Amandine Fredon, Benjamin Massoubre
Titolo originale: Le Petit Nicolas: Qu’est-ce qu’on attend pour être heureux?
Nazionalità: Belgio, Lussemburgo, Francia, Olanda, Israele
Anno di uscita: 2022
Genere: Francia, Lussemburgo
Durata: 82’
Fasce età consigliate:
– 8-10
– 11-13
Cast Artistico: Alain Chabat, Laurent Lafitte, Simon Faliu, Marc Arnaud, Alban Aumard, Elisa Bardeau, Delphine Baril, Lucie Bolze, Octave Bossuet, Maud Coullomb, Nicolas Chupin, Aurélien de Branche.
Sceneggiatura: Amandine Fredon, Benjamin Massoubre, Michel Fessler Regia: Amandine Fredon, Benjamin Massoubre Montaggio: Benjamin Massoubre Musiche: Ludovic Bource
Produzione: Align, Bidibul Productions, Foliascope, On classics
Distribuzione Italiana: I Wonder Pictures
Data di uscita: 10 novembre 2022 (cinema)
Intreccio e personaggi
Parigi, 1955. I giovani e talentuosi René Goscinny e Jean-Jacques Sempé sono colleghi e amici: incontrandosi più volte tra Montmartre e Saint-Germain-des-Prés, i due iniziano a dare vita a un nuovo personaggio, il piccolo e birichino Nicolas, bimbetto vivace che si divide tra casa, scuola, compagni di classe, campi estivi, giochi e marachelle. Sul foglio bianco di Sempè prendono forma Nicolas e il suo mondo, la sua famiglia, le storie di tutti i giorni. Sarà lo stesso Nicolas, uscito dal foglio, a stimolare la fantasia e i ricordi dei due autori
Temi
Come raccontare la genesi di un personaggio? Nato dall’incessante creatività di René Goscinny e Jean-Jacques Sempé, il piccolo Nicolas è stato e continua a essere protagonista di molte avventure, dalle prime tavole autoconclusive apparse a metà degli anni Cinquanta ai racconti illustrati, fino alla serie animata in computer grafica Le petit Nicolas (2009) e le trasposizioni in carne e ossa per il grande schermo, come Il piccolo Nicolas e i suoi genitori (2009) di Laurent Tirard e Le trésor du petit Nicolas (2021) di Julien Rappeneau. A differenza delle precedenti trasposizioni, il film di Amandine Fredon e Benjamin Massoubre mescola l’atto creativo di Goscinny e Sempé al mondo da loro immaginato, finendo per intrecciare le vite dei due autori con quella di Nicolas e della sua famiglia. Il piccolo Nicolas – Cosa stiamo aspettando per essere felici? è infatti un triplo biopic che alla messa in scena della creazione grafica e letteraria aggiunge il plus valore umano e autobiografico, il confluire delle vite, delle esperienze e dei ricordi dei due autori nel background immaginario del personaggio. Il microcosmo di Nicolas, la sua felice famiglia borghese, questa Francia rassicurante riflettono l’humus sociale e culturale di Sempé e Goscinny, rivoluzionari nel saper raccontare il mondo dei bambini dal loro sognante e ingenuo punto di vista, sfuggendo così all’ingombrante filtro di uno sguardo oramai adulto, retorico e giudicante.
Linguaggio
Esempio di longevità editoriale e di ampie potenzialità multimediali, il personaggio di Goscinny e Sempé risplende soprattutto nella sua trasposizione animata. Come già accaduto con la serie televisiva del 2009, seppur limitata dalla scelta di una stopposa computer grafica, le linee semplici e tondeggianti restituiscono a Nicolas la sua vitalità e la pienezza di quel visino pronto a combinarne una. Al di là del più che apprezzabile piglio filologico, l’animazione tradizionale giostrata da Fredon e Massoubre garantisce soprattutto la piena libertà sul versante grafico e narrativo, permettendo ai vari piani e personaggi di intrecciarsi e interagire in qualsiasi momento: i fogli bianchi che via via si animano a partire da semplici tratteggi sono la cifra stilistica e narrativa di un film che mette a frutto le proprie potenzialità linguistiche. L’animazione de Il piccolo Nicolas – Cosa stiamo aspettando per essere felici?, così distante dalla frenesia, dall’incessante ricerca di gag e citazioni e dalla pretesa di un ridondante fotorealismo dei blockbuster in CGI, sfrutta invece gli spazi bianchi, i vuoti, riempiendoli senza fretta e permettendo così agli spettatori di comprendere e apprezzare la genesi di Nicolas, degli altri personaggi, delle location, delle tavole che prendono vita. L’animazione diventa così omaggio a estetiche desuete e mezzo privilegiato per provare a illustrare e spiegare il processo creativo, il talento di Goscinny e Sempé e la forza dirompente della semplicità, della comicità, della fanciullezza.
Scheda didattica redatta da ENRICO AZZANO